Mostre e Spettacoli
AVANTI POPOLO IL PCI NELLA STORIA D’ITALIA

14 Gennaio - 6 Febbraio 2011
ROMA, ACQUARIO ROMANO/CASA DELL'ARCHITETTURA
a cura della Fondazione Istituto Gramsci e della Fondazione CeSPE

 

 

«La storia di un partito – ha scritto Gramsci nei Quaderni del carcere – è storia del suo paese da un punto di vista monografico».

Questa mostra racconta settant’anni di storia d’Italia documentando la parte e il ruolo che vi ebbe il Pci dalla sua fondazione a Livorno il 21 gennaio 1921, sotto la guida di Bordiga, alla nascita del Partito democratico della sinistra, a Rimini, il 4 febbraio 1991.
Ma la storia del Novecento, scriveva ancora Gramsci, è «storia mondiale», e solo convenzionalmente si può scrivere la storia nazionale, a patto che se ne sappiano cogliere le relazioni con la storia internazionale.
La storia del Pci che qui si racconta è quindi storia dell’Italia nello scenario della storia internazionale del XX secolo.
La mostra si inserisce fra le manifestazioni culturali dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

 

LA MOSTRA

Raccontare attraverso una mostra la storia di un partito politico come il Pci ha costituito una sfida difficile. La scelta di una prospettiva non apologetica si è accompagnata alla volontà di dare il senso di una vicenda complessa, settant’anni della storia di un partito che è stato parte della società italiana, nel suo stretto intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale.
Il metodo scelto si è fondato su due presupposti: dare conto della straordinaria e articolata messe di documenti del Pci, espressione della sua imponente struttura organizzativa e propagandistica, che sono conservati negli archivi, in primo luogo presso la Fondazione Istituto Gramsci; utilizzare, al tempo stesso, anche documenti che fossero sul Pci. Ad esempio, i film di propaganda realizzati dalla sezione Stampa e Propaganda del partito, ma anche quelli degli avversari del partito comunista, come i Comitati civici, o cinegiornali della Settimana Incom, e inoltre i programmi della televisione pubblica.
Si è cercato, nell’ambito di un’impostazione prevalentemente multimediale della mostra, di permettere più piani di lettura, e di offrire ai visitatori diverse tipologie di documenti, corredati da un rigoroso apparato storico e critico.
Un posto d’onore è stato riservato agli autografi dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, esposti nella loro totalità, che si sono potuti leggere integralmente in formato digitale. Accanto a essi hanno trovato posto nelle teche alcuni dei documenti più importanti della storia del Pci: verbali di riunioni della Direzione del partito, volantini e opuscoli del periodo clandestino, pubblicazioni a stampa e appunti manoscritti: dalla Quistione meridionale di Gramsci al Memoriale di Yalta di Togliatti, sino al dibattito sulla fine del partito.
Sono stati privilegiati tutti quei documenti che – sia per il loro valore storico, sia per la loro forza evocativa e narrativa – permettessero di dare il senso di questa storia nel contesto della storia d’Italia, cercando di non omettere nulla anche sugli aspetti più drammatici e discussi della vicenda del Partito comunista italiano.
Dopo l’esposizione romana, la mostra ha iniziato il suo giro per l’Italia: Livorno (26 marzo-10 aprile); Genova (19 maggio-5 giugno); Milano (16 giugno-10 luglio) sarà a Bologna (8-23 ottobre). In ciascuna sede, oltre agli inevitabili adattamenti architettonici, la mostra si è trasformata, arricchendosi di una documentazione relativa alla città e alla regione ospite, cui sono dedicate anche specifiche postazioni interattive e filmati. I documenti cartacei provenienti dagli archivi nazionali del Pci (compresi i Quaderni del carcere) sono stati sostituiti da documenti posseduti dai partner locali.

 

LA STRUTTURA
Il macrosistema della mostra è stato articolato in sei sistemi funzionali distinti per contenuto e modalità di fruizione: la narrazione cronologica, gli oggetti originali, gli approfondimenti multimediali e i video tematici nella sala grande; la mediateca nella galleria del piano terra; le esposizioni nella galleria al primo piano. La varietà dei sistemi ha permesso a ogni visitatore tempi di visita e livelli di approfondimento differenziati, mentre la visione d’insieme ha permesso loro di sentirsi immersi nella storia.

 

LA PASSERELLA
Costruita da una sequenza di rampe e parti piane, ha guidato il visitatore nel primo approccio alla mostra e ha permesso una fruizione immediata di tutti gli elementi presentati; sulla passerella una tavola sinottica incisa ha scandito l’asse cronologico su tre livelli: gli eventi mondiali del secolo a sinistra, la storia italiana al centro, le date salienti della storia del Pci a destra.

 

LA FASCIA
Sul lato interno della passerella una fascia, snodata in altezza, rifinita in laccatura lucida nera e quindi ricca di riflessi della luce rossa circostante, ha costituito di volta in volta il supporto per gli oggetti o il contenitore delle teche nelle quali sono stati esposti i documenti originali.

 

LE TECHE
Nelle teche hanno trovato spazio documenti d’archivio e materiali a stampa scelti per la loro rappresentatività sia nel contenuto sia nella forma come i primi giornali del Pcd’I, la prima tessera del Pcd’I, i falsi documenti d’identità, gli opuscoli, i fotoromanzi di propaganda, le copertine di dischi o le serie di adesivi degli anni sessanta, le lettere e parti di verbali.
Tra i documenti originali, protagonisti, i trentatré quaderni scritti da Antonio Gramsci in carcere, per la prima volta esibiti al pubblico nella loro totalità. Per poter essere letti per intero, un touch-screen, integrato nella teca stessa, ha permesso di sfogliarne e ingrandirne digitalmente tutte le pagine, ponendo a diretto confronto l’oggetto originale dall’elevato valore simbolico ma fragile, prezioso e insostituibile, con il suo doppio digitale che ne ha consentito un’agile e sicura fruizione integrale.

 

LE STAZIONI CRONOLOGICHE
Analogamente alla fascia che ha articolato i materiali originali, collocate lungo il lato esterno della passerella, le postazioni interattive hanno costituito, con i loro touch-screen, la traccia narrativa della mostra. I supporti degli schermi (da 42 pollici) sono stati disegnati volutamente simili a quelli della fascia interna per sottolineare il comune valore documentale dei diversi sistemi. Utilizzando le chiavi offerte da Gramsci riguardo al nesso nazionale-internazionale, sul rapporto tra dirigenti e diretti, e quindi sul ruolo dei partiti nella costruzione della democrazia, sulla centralità della questione meridionale e della “questione femminile”, è stata definita una periodizzazione in sei tappe della storia del Pci: dalla fondazione del partito nel gennaio 1921 al suo scioglimento, sancito a Rimini, il 4 febbraio 1991. Per tenere insieme il piano cronachistico con la complessità dei problemi storiografici e offrire un racconto semplice ma non semplificatorio, si è scelto di suddividere ciascun periodo in sei parole-chiave, e di illustrarne ciascuna attraverso una ventina di immagini. Una lastra in cristallo posta in verticale sulle postazioni riporta gli estremi cronologici e un [breve testo] che sintetizza i tratti salienti del periodo storico considerato.
Le parole chiave attivano, quando selezionate, un sommario a mosaico, nel quale ogni tessera accede a un’immagine. Ciascuna miniatura è stata elaborata mirando a selezionare un particolare significativo, tale da fungere da segnalibro, e, al tempo stesso, a comporre una griglia esteticamente coerente.

 

GLI APPROFONDIMENTI VIDEO

Ogni touch-screen narrativo è stato affiancato da un altro schermo (delle stesse dimensioni) dotato di cuffie per l’audio che ha proposto una selezione di documenti audio-video d’epoca e di interviste a protagonisti: decine di brani, di pochi minuti ciascuno, tratti per lo più da film di propaganda comunista, ma anche quelli di propaganda avversaria, come quelli realizzati dai Comitati civici, nonché da cinegiornali della Settimana Incom e da servizi della televisione pubblica.

 

I TOTEM/VIDEO
14 schermi da 63 pollici, con video di approfondimento tematico per il secondo dopoguerra completano il percorso espositivo. Non interattivi, gli schermi hanno proposto diverse tipologie documentarie: alcuni dei documentari audio-video proposti in forma integrale, ascoltabili attraverso cuffie collegate alle panche antistanti; altri sequenze di fotografie, altri ancora di manifesti di propaganda (con un passo di 10 secondi a fotogramma). Per la tipologia filmati, tra gli altri: due ampie interviste una a Pietro Ingrao e una a Nilde Iotti, sulla loro esperienza di presidenti della Camera dei deputati (“I presidenti della Camera”); tre documentari hanno costituito la postazione “I sindaci” (Giuseppe Dozza, Maurizio Valenzi, Luigi Petroselli). Per le fotografie: “Partigiane e partigiani”, “I giovani”, “Compagni di tutto il mondo”, “Popolo in piazza” e le riproduzioni delle opere pittoriche di vari “Artisti per il Pci” e una interamente dedicata a Renato Guttuso (“Guttuso militante”). I manifesti infine, hanno rappresentato i temi: “Donne in lotta”; “Il calendario dei comunisti”; le “Feste dell’Unità”; le campagne elettorali, di sottoscrizione per la stampa e di tesseramento, raccolte sotto il titolo “Casa per casa”. Tre touch-screen erano infine dedicati a “Gli archivi del Pci”.

 

GLI ARCHIVI DEL PCI
Contenenti una cinquantina di documenti digitalizzati provenienti da 11 fondi archivistici, Gli archivi del Pci hanno avuto il duplice scopo di dar conto di alcuni momenti storici significativi e insieme offrire un’immagine, anche se parziale, della ricchezza della documentazione prodotta e conservata dal Pci e consultabile presso la Fondazione Istituto Gramsci.

 

LO SPAZIO DIBATTITI
L’altro macrosistema, a metà sinistra della sala, è stato dedicato alla discussione. Ogni giorno si sono svolti dibattiti tra protagonisti, studiosi e politici di vario orientamento, ad approfondire criticamente aspetti e momenti della storia del Pci. Si è ritenuto importante che questi si svolgessero nello stesso ambiente della mostra in rapporto con i documenti esposti. Per richiamare le discussioni nelle sezioni comuniste, per quest’area è stata scelta una pedana ricoperta in legno naturale a contrasto con i materiali lucidi ed artificiali usati dalla mostra. In corso d’opera si è dovuto allargare la platea per assorbire il grandissimo afflusso di pubblico intervenuto sin dal primo giorno per assistere agli eventi. Il palco per gli oratori, ricavato alla base del totem multimediale eretto a unione dei vari sistemi e apice della composizione, ha accolto in alto un grande schermo che ha proposto un video-clip di otto minuti la storia del Pci, e una serie di immagini selezionate dai touch-screen.

 

LA MEDIATECA
A completare il sistema espositivo, la Mediateca che, sin dal nome, ha inteso proporsi come sede di approfondimento. L’estetica minimale dello spazio è stata pensata a partire dall’immagine della sedia zig-zag progettata da Rietveld negli anni ’20 e ancora in produzione. Le 8 postazioni in frassino decolorato progettate ad hoc semplici ed eleganti come la seduta hanno accolto i monitor con le sezioni tematiche con oltre 360 foto e 54 video, organizzati per parole chiave, ognuna delle quali ha proposto una sezione di video e una carrellata di fotografie e, a seguire, di manifesti, su quegli aspetti che hanno rappresentato caratteristiche di lungo periodo del partito di massa costruitosi nel dopoguerra (in questo caso la documentazione partiva infatti dal 1945).

 

LE MOSTRE NELLA MOSTRA
Con un sistema di allestimento modulare componibile (una sorta di grande lego in cartone alveolare) sono stati realizzati gli espositori per tre mostre. La prima serie di espositori hanno accolto la libreria dedicata alle edizioni degli scritti di Gramsci: tradotto in una quarantina di lingue, la libreria ha esibito una scelta di volumi di traduzioni e le principali edizioni in lingua italiana, dalla prima edizione voluta da Togliatti per Einaudi nel dopoguerra, all’Edizione nazionale degli scritti, passando per l’edizione critica dei Quaderni del carcere curata da Valentino Gerratana nel 1975. La seconda serie di espositori allestiti in verticale è stata utilizzata per la mostra Progetti, Confronti, Incontri. Trentaquattro manifesti realizzati per l’occasione da altrettanti trentaquattro designer sollecitati a interpretare la storia del Pci. Ciascun grafico della generazione che ha vissuto e si è misurata con il Pci «si è relazionato con un giovane progettista grafico» invitandolo a lavorare sul tema e sul rapporto tra passato e futuro.
Con lo stesso materiale sono stati realizzati gli espositori orizzontali, con seduta incorporata per la mostra dedicata a Bobo e Cipputi. Due comunisti di carta, che ha presentato una selezione delle strisce create ormai quarant’anni fa, dai noti disegnatori Sergio Staino e Altan. Comunisti di carta che sono riusciti a sopravvivere alla fine del comunismo grazie allo «humour, la velocità dello sguardo, la generosità nell’esporsi alla passione».