Annali
ANNALE II – La politica del Partito comunista italiano nel periodo costituente

I VERBALI DELLA DIREZIONE TRA IL V E IL VI CONGRESSO 1946-1948

a cura di Renzo Martinelli e Maria Luisa Righi
Editori Riuniti, Roma 1992
pp. 659, L. 90.000 | 9788835936594

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Indice

Introduzione di Renzo Martinelli
Nota ai testi di Maria Luisa Righi
La politica del Partito comunista italiano nel periodo 1946
Appendici
Schede biografiche dei presenti alle riunioni di direzione
Indice dei luoghi
Indice dei nomi


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In breve

La documentazione che raccogliamo in questi Annali – conservata presso la Fondazione Istituto Gramsci – rappresenta una fonte essenziale per ricostruire la storia del Pci nel periodo costituente. Si tratta dei verbali, riprodotti in forma integrale, delle riunioni della direzione tenute tra il V e il VI Congresso (gennaio 1946-gennaio 1948), anni che furono cruciali per la formazione della Repubblica. È il periodo nel quale si gettano le basi del partito nuovo – che raggiunge allora quasi i due milioni di iscritti – e nel quale il partito di Togliatti contribuisce in modo determinante a definire il profilo della nuova Italia democratica. È questa ristretta direzione – ne fanno parte sedici membri effettivi (Amendola, Colombi, Di Vittorio, Li Causi, Longo, Massola, Negarville, Novella, Giancarlo Pajetta, Roasio, Roveda, Scoccimarro, Secchia, Sereni, Spano, Togliatti) e sei membri candidati (D’Onofrio, Grieco, Rita Montagnana, Teresa Noce, Giuliano Pajetta, Terracini) – che discute e decide, spesso in termini assai poco diplomatici, i problemi politici del partito e del paese. Oggi possiamo seguirne quasi in “presa diretta”, senza troppe mediazioni o diaframmi, il dibattito. Se non sono frequenti i richiami diretti ai lavori della Costituente, pure i grandi temi della nuova costituzione repubblicana appaiono costantemente presenti: il modello di società, la collocazione dell’Italia nello scenario internazionale, la definizione dei soggetti politici, della continuità e della rottura con le strutture statuali ereditate dal fascismo. Una consapevolezza storica che si avverte anche quando all’ordine del giorno sono questioni apparentemente minori come l’utilizzazione dei quadri dell’apparato, della propaganda e della stampa, o i provvedimenti che deve adottare un ministro comunista. L’intreccio tra il costante riferimento al quadro generale e l’immersione nella quotidianità dei problemi che si presentano, prima nelle responsabilità di governo e poi nell’opposizione, costituisce il motivo di maggior interesse di questi verbali e ne determina la costante vivacità.