Volumi
LA CRISI DEL SOGGETTO

a cura di Giuseppe Vacca
Carocci, Roma 2015
pp. 461, € 44,00 | 9788843077939

 
Atti del convegno promosso dalla Fondazione Istituto Gramsci e dalla Scuola Normale Superiore, Roma 26-28 novembre 2014
 
Questa ricerca sul marxismo in Italia tra gli Settanta e Ottanta del secolo passato risponde a una domanda non banale: come mai nei primi Settanta pareva che il marxismo vivesse una nuova stagione ricca di promesse e ambizioni, e dieci anni dopo sembrava che non sopravvivesse più nulla? Nel ventennio Settanta-Ottanta si verificò un mutamento della storia mondiale che investì tutte le forme della soggettività. Esso quindi interrogava la filosofia e, in Italia, in primo luogo il marxismo, di cui venne proclamata la “crisi”.

Indice

Prefazione di Giuseppe Vacca, 9

Parte prima

MUTAMENTI DI PARADIGMA

Il disagio della «totalità» e i marxismi italiani degli anni Settanta, 15

di Roberto Finelli

Gli effetti deleteri della sottovalutazione della svolta epistemologica del 1970, 29

di Silvano Tagliagambe

Nella società dei consumi, 49

di Paolo Capuzzo

Dalla transizione alla complessità. Marxismo e filosofia politica negli anni Settanta, 71

di Michele Prospero

Innovazioni e reticenze della storiografia di sinistra nello studio del fascismo, 93

di Tommaso Baris e Alessio Gagliardi

Dalla storia sociale alla microstoria, 125

di Anna Maria Rao

 

Parte seconda

FILOSOFIA, POLITICA, ECONOMIA

Gramsci nella crisi del marxismo ita liano. Tra gramscismo e antigramscismo ( 1968-83), 193

di Giuseppe Cospito

Gramsci visto dai cattolici, 207

di Francesco Giasi

La concezione marxista della conoscenza e della scienza in Ludovico Geymonat, 229

di Gaspare Polizzi

La doppia sfida di Althusser a Gramsci e Della Volpe, 247

di Francesca lzzo

Lucio Colletti e la crisi della dialettica, 259

di Stefano Petrucciani

Il marxismo nell’interpretazione di Augusto Del Noce, 277

di Marcello Muste

Le avventure della mediazione. Forme, sapere e politica nella parabola marxista di Biagio De Giovanni, 295

di Luca Basile

La crisi del soggetto tra antropologia e letteratura, 319

di Massimo Massenzio

Incidenze di Piero Sraffa: Produzione di merci a mezzo di merci e la teoria del valore-lavoro, 339

di Nerio Naldi

Il marxismo senza soggetto di Claudio Napoleoni: note su “lavoro astratto e “lavoro alienato”, 357

di Giuliano Guzzone

Accumulazione, egemonia e crisi nell’economia mondo, 375

di Mario Pianta

 

Parte terza

RIVISTE E SCUOLE DI PENSIERO

Soggetto e soggettività nella rivista «Aut-Aut», 389

di Fabio La Stella

«Ikon». Un nuovo modo di pensare i media, 403

di Giuseppe Richeri

«Il Centauro»: uno sguardo ex post sulla crisi del soggetto, 415

di Giacomo Bottos

Il progetto di «Laboratorio politico», 435

di Piero Di Siena

L’ambigua potenza del marxismo all’alba del neo-orizzontalismo. Il caso dell’école barisienne 445

di Onofrio Romano

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Prefazione
di Giuseppe Vacca
L’idea di promuovere una ricerca sul marxismo in Italia tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo passato nacque dalla collaborazione tra la Scuola Normale Superiore di Pisa e la Fondazione Istituto Gramsci agli inizi del 2013. Ci proponevamo di rispondere a una domanda non banale: come mai nei primi anni Settanta pareva che il marxismo vivesse una nuova stagione ricca di promesse e ambizioni, e dieci anni dopo sembrava che non ne sopravvivesse più nulla? Ci parve utile, quindi, fare di quella domanda il tema di un’indagine storiografica volta sia a riconsiderare il contesto culturale di quel ventennio, sia a saggiare la consistenza delle “scuole di pensiero” che l’avevano caratterizzato. Convocammo un primo seminario presso la Scuola Normale Superiore il 1° marzo, al quale parteciparono solo alcuni degli studiosi che compaiono fra gli autori del volume. L’ipotesi di partenza era che nel ventennio Settanta-Ottanta si fosse verificato un mutamento della storia mondiale che aveva investito tutte le forme della soggettività. Esso quindi interrogava la filosofia e, in Italia, in primo luogo il marxismo. Infatti il dibattito filosofico di quel periodo fu dominato dal tema della “crisi del marxismo” e, come già era accaduto in altre congiunture critiche del Novecento, il nodo non poteva che essere marxismo e filosofia. Il seminario del 1° marzo mise a fuoco la proposta e ci consentì di fissare un nuovo appuntamento per il 27 settembre. La formulazione iniziale del tema era Incidenza e crisi del marxismo in Italia fra gli anni Settanta e Ottanta del secolo passato e ci si proponeva di giungere a un convegno nella primavera del 2014; ma già la discussione di marzo aveva spostato il focus sul nodo “marxismo e filosofia”. Infatti avevamo chiarito che non intendevamo ripercorrere la storia del marxismo italiano negli anni Settanta e Ottanta, bensì verificare l’adeguatezza o meno dei diversi marxismi a interpretare un periodo di grandi trasformazioni a scala nazionale e mondiale. Giungemmo così a riformulare il programma stabilendo come tema La crisi del soggetto: marxismo e filosofia in Italia negli anni Settanta e Ottanta. Confermata dal seminario successivo, la formula venne adottata per il convegno finale (svoltosi a Roma, presso la Fondazione Istituto Gramsci, dal 26 al 28 novembre 2014) ed è rimasta come titolo di questo volume che raccoglie i risultati di due anni di ricerche e discussioni. «Per crisi del soggetto – recitava il verbale del 1° marzo – si intende la crisi sia dello Stato-nazione contemporaneo che del partito politico che, infine, del movimento operaio internazionale. A tali soggetti sono evidentemente connesse determinate idee di storicità, ovvero di processualità storica. Da qui, poiché si tratta di soggetto e di processo storico, la delimitazione alla filosofia contenuta nel titolo». Ma ovviamente l’indagine si è estesa a una pluralità di discipline (scienze sociali, teoria politica, etno-antropologia, teoria economica, storiografia, teologia) per le quali il fondamento filosofico è esplicito e cogente. D’altro canto, tanto io quanto gli studiosi che hanno raccolto il nostro invito condividiamo l’indirizzo metodologico per cui la storia della filosofia non si può separare né dalla storia politica, né dalla storia della scienza e della cultura. Riguardo alla periodizzazione, si convenne di concentrare il focus su quel giro di anni nei quali si è manifestato il massimo di espansione/penetrazione delle idee marxiste e la loro successiva crisi. Vale a dire l’ascesa e il declino della “cultura marxista” negli anni tra il 1968 e il 1983, assunto simbolicamente come termine ad quem in quanto il centenario della morte di Marx si celebrò all’insegna della “crisi del marxismo”. Il criterio generale è stato quello di mettere a fuoco il mutamento di paradigmi verificatosi in quel periodo per dar conto di una grande trasformazione. L’arco delle discipline, degli autori, delle opere, delle riviste e dei dibattiti inizialmente previsti era moto più ampio di quello che siamo riusciti a coprire. Ma, pur avendo dovuto ridimensionare le nostre ambizioni, verosimilmente sproporzionate alle forze di cui potevamo disporre, pensiamo che i risultati conseguiti siano apprezzabili e questo volume colmi almeno in parte un vuoto della storiografia della cultura. La periodizzazione dei diversi contributi non è (né avremmo voluto che fosse) uniforme. La scansione 1968-83 è “strumentale” all’enfasi sul tema generale della ricerca, ma ovviamente la temporalità dei diversi contributi riflette la flessibilità dei singoli temi e l’avvicendarsi degli autori che ne costituiscono l’oggetto. Per fare qualche esempio, Ernesto De Martino rientra nel periodo considerato perché La fine del mondo, in cui culmina la sua riflessione antropologica, è un’opera postuma, pubblicata nel 1977, ma il tema della crisi del soggetto percorre tutta la sua ricerca, interrotta prematuramente dalla morte nel 1965. Per altro verso, Produzione di merci a mezzo di merci rientra nel periodo perché la fortuna di Piero Sraffa in Italia raggiunse l’acme negli anni Settanta, ma il libro era stato pubblicato nel 1960. Né, per citare il caso più emblematico, si poteva limitare al quindicennio 1968-83 la vicenda del pensiero di Gramsci che attraversa tutta la cultura dell’Italia repubblicana. Quanto, infine, alle riviste, ci siamo limitati a quelle che riguardano più da vicino il tema prescelto e se “Aut-Aut” ne costituisce un laboratorio esemplare, non si poteva certo circoscriverne l’analisi agli anni Settanta. Da ultimo, l’ordinamento dei contributi differisce dalle articolazioni del convegno in cui vennero presentati e discussi sia perché si tratta di rielaborazioni che si sono avvalse del dibattito sviluppatosi in quella sede, sia perché, grazie anche alla apprezzabile unitarietà del lavoro complessivo, hanno potuto assumere il carattere di veri e propri saggi. Nel raccoglierli abbiamo preferito incrociare ordine cronologico e ordine tematico secondo un duplice criterio: nella prima parte, Mutamenti di paradigma, vi sono contributi di carattere prevalentemente tematico disposti secondo la temporalità dei temi stessi; nella seconda parte, Filosofia, politica, economia, prevalgono saggi di carattere più squisitamente monografico, dedicati a singoli autori, di cui seguono l’evoluzione in un arco temporale quasi sempre più ampio. La terza parte è riservata principalmente alle riviste.